domenica 28 giugno 2009

DAL PERU' ALL'IRAN, PROFUMO DI LIBERTA'

Indigeni che scendono in piazza in Peru', ragazzi che urlano la loro rabbia alle telecamere, nonostante la violenta repressione. Giovani iraniani che, per sfidare un esercito che credeva di averli sedati, manifestano di notte. Senza cellulari, senza connessione internet, senza certezze, senza protezioni.

Diversissimi gli obiettivi dei due movimenti: libertà dall'espropriazione di terre a favore di multinazionali il primo, dall'oppressione di un governo ultrareligioso il secondo. Ma una sola energia. Quella di fronte alla quale i beni materiali non contano più. Perchè in quei paesi se ti ribelli, metti in gioco la prima e unica delle materie che veramente che possiedi, il tuo corpo. E lo sai, che per aver partecipato a quel corteo, potrai o giacere morto, torturato o imprigionato per anni.

Ma accade che prevalga un desiderio più forte del mangiare, del dormire e del riprodursi. Un diverso istinto di sopravvivenza. Quello che ci distingue dalle bestie. Non esiste solo in Iran e Perù. Anche se non hanno grande attenzione dai nostri media, molti paesi dell'Africa hanno forti movimenti di opposizione a dittature e governi autoritari e migliaia (migliaia!) di morti nelle proteste ad ogni elezione truccata. Un esempio, l'Etiopia: circa 3.000 morti dopo le elezioni del 2005 ( e circa 30.000 prigionieri politici nello stesso periodo).

Oggi molti ragazzi originari di questi paesi faticano ad ottenere l'asilo politico in Italia. Spesso non gli viene concesso neanche consegnando tutti i documenti e le prove necessarie. Invece che accoglienza gli viene offerto disprezzo, a volte violenza, se va bene tolleranza. Da parte di chi non metterebbe a rischio un dito del proprio corpo. Di chi non ha un briciolo di quel coraggio. E a volte penso, forse è proprio questo il punto. Chi, in questo paese, ricorda cos'è quel sentimento? La passione politica, il profumo di libertà?