A 10 anni volevo fare la giornalista e mi sono inventata un notiziario del condominio. Poi è venuta la passione per il mondo. Con quel brivido creativo che ti attraversa quando senti una storia e il bisogno di raccontarla. Qui metto i reportage, le inchieste, le immagini, le emozioni che mi hanno lasciato le persone che ho incontrato.
domenica 15 marzo 2009
UNA CRISI DIMENTICATA, LA MIGLIORE ADOZIONE A DISTANZA
In principio erano solo i bambini e le bambine carini ma poveri di Africa, America Latina e Asia, che sorridevano nelle fotografie sui comodini dei padrini-sostenitori del "nord del mondo". Poi, il grande successo di questa forma di sostegno economico ha portato molte ong ad adottare nuove formule: "adotta una madre", "adotta un nonno", "adotta un villaggio".. Non che non siano utili i fondi raccolti così, soprattutto quando ad essere adottato è un progetto di formazione (che evita di trasmettere ai bambini il messaggio che riceveranno soldi in quanto poveri). Ma la forma di sostegno che credo più importante oggi è quella provocatoriamente proposta da Medici Senza Frontiere (Msf) con la campagna "Adotta una crisi dimenticata". La campagna parte da un rapporto, il quinto dell'organizzazione umanitaria sul tema, che contiene una "Top Ten" delle crisi dimenticate dai media nel 2008. Da questa vediamo che le crisi citate non sono proprio sconosciute. Di una buona metà (Zimbabwe, Myanmar, Congo orientale, Sudan e Somalia), se ne è anche parlato molto, tuttavia, solo per alcuni giorni, quelli chiamati "l'apice della crisi". Poi più nulla. Perchè anche se i morti, le battaglie, le epidemie continuano e si aggravano, dopo quel tot di tempo non fanno più notizia. A noi però, da casa, pare che le cose si stiano aggiustando e ci tranquillizziamo, non ci pensiamo più. Poi vi sono le crisi di cui si è parlato, ma non con attenzione alle vittime, bensì alle polemiche che hanno suscitato inItalia o negli Usa: quella del Pakistan nord occidentale e quella dei civili irakeni. Infine c'è il tipo di crisi dimenticata più emblematica di tutte: quella di cui si parla perchè c'è un rapito italiano di mezzo, vedi Somalia con le due suore. A confermarlo, proprio a due giorni dalla presentazione del rapporto, c'è stato il rapimento in Sudan proprio dell'operatore umanitario di Msf, fortunatamente subito rilasciato. Appunto, il Sudan era un'altra delle peggiori crisi citate nella top ten del rapporto. Msf scrive che la campagna "Adotta una crisi dimenticata" coinvolgerà i mezzi di comunicazione (soprattutto i tg, Rai e Mediaset, che fanno registrare un costante calo dell'attenzione alle situazioni umanitarie: dal 6 % del 2006 al 10 % del 2008), ma anche le scuole di giornalismo e le università. Durerà dodici mesi, fino a marzo del 2010, quando MSF, in occasione del prossimo rapporto sulle crisi dimenticate, presenterà i risultati ottenuti. Poche speranze, visti i tempi che corrono. Ma importante è che l'appello è stato lanciato.
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