venerdì 10 settembre 2010

Reportage dal funerale di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica



Quando il funerale di Angelo Vassallo inizia, dal cielo già cupo cominciano a cadere grosse goccie di pioggia sulle centinaia di persone in attesa. Il piccolo porto di Acciaroli è incastonato tra il borgo di pietra chiara e il bel mare, oggi scuro e increspato. Le parole del Vescovo sembrano voler dare sollievo ad un'atmosfera cupa e gelida, nonostante le 11 di mattina. Indica nel materialismo "la causa di quell'arroganza e infelicità che si trasformano in violenza di alcuni poveri uomini". Riceve applausi quando dice "la violenza rende impossibile la nostra convivenza, la rende invivibile e infelice". Ma il clamore dei battiti di mani esplode, incontrollabile, quando esclama, riferendosi agli assassini di Vassallo: "Mi auguro solo che queste bestie non stiano fra a noi. O sul divano a guardarci alla televisione!" Poi riafferma la fiducia "nella popolazione di queste terre e nel loro impegno per il territorio". E' in quel momento che ascolto un gruppo di donne, il vento gli scompiglia i capelli e l'amaro commento: "Parole, parole, parole. Per venti anni, solo parole!". Indossano, come molti ragazzi e bambini qui, una maglietta bianca con scritto in azzurro "Sarai sempre il nostro Angelo".



Una giovane maestra di San Giovanni a Piro, un paese vicino Pollica, si illumina un momento, raccontando che nella sua scuola oggi si lavora molto sull'educazione ambientale e alla legalità. Insegnamenti per cui si era battuto per 15 anni il sindaco ucciso. Quando le chiedo se ha timore oggi, per il futuro di queste idee, mi guarda con le lacrime agli occhi: "Ora si, a questo punto ho paura".



Uomini in divisa a reggere gli stendardi dei comuni di Caserta e Subiaco, ma anche di Gubbio e di Greve in Chianti, sono ordinatamente schierati attorno al palco da cui si celebra la messa. Guardano al mare cupo, minaccioso anche dentro il porto. Più in là, accanto al profilo della cattedrale si staglia una gigantografia di Angelo Vassallo: si trova probabimente proprio in questo porto in una luminosa giornata di sole che rende il mare di un azzurro brillante. Celebrava le acque cristalline di Acciaroli, che oggi fremono e mugghiano. Mentre la cerimonia va avanti la pioggia si intensifica, si aprono centinaia di ombrelli e parla il vicesindaco: la voce sempre più rotta, man mano che ricorda l'ucciso, nella concretezza di episodi quotidiani. Dice: "Tutti quelli che sono qui devono sapere che oggi hanno fatto una cosa che non potranno mai più dimenticare. Oggi hanno promesso a Angelo di impegnarsi. Oggi voi avete promesso al Sindaco di tutti di non dimenticare. Io a tutti quelli che sono qui chiedo un impegno: affinché quello che Angelo ha fatto per il nostro comune voi lo facciate per tutti».



Tutti i balconi che danno sulla piazza sono affollati. Così come ogni spazio coperto sul porto. Alcune eleganti signore di Pollica, sono strette a proteggersi sotto la tenda di uno dei bar. "C'è tanta gente che viene da fuori – dicono – i cittadini come noi, siamo tutta gente che ha voluto esserci. Quelli delle istituzioni no, quelli sono qui per l'immagine". Chiedo loro che succederà adesso: "Ora non lo sappiamo. Lui aveva uno staff straordinario, ma senza una figura carismatica come la sua, chissà. Ci vorrebbe qualcuno come lui, capace di mettere insieme e coalizzare le energie".



Attaccato su un albero, accanto a una fontanella pubblica la cui manovella si apre e si chiude come appartenesse a una casa privata, c'è un cartello: "Bevi l'acqua del rubinetto: buona, sicura, economica – Comune di Pollica". Poco più in là un'enorme cassa di bottigliette di plastica con acqua minerale. Portate dalla protezione civile per la sua cerimonia.

Foto: L. J.

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